Pino Insegno parla del suo ritorno sul piccolo schermo e precisamente in Rai. Perché è sparito? L’accusa è abbastanza pesante
Non lo si vede in tv da un po’ di tempo ma ora giura che è pronto a tornare in Rai. Parliamo di Pino Insegno, il comico, doppiatore, attore e conduttore che negli anni Novanta si è fatto conoscere ed apprezzare come componente della famosa Premiata Ditta.
Dopo un’importante assenza in tv, lo abbiamo ritrovato sul palco Auditorium di via della Conciliazione, a Roma, per la presentazione di Francesco Rocca, ex presidente della Croce Rossa, ora candidato del centro destra per le elezioni regionali in Lazio. Un legame, quello di Insegno con la destra che non è nuovo.
Proprio lui, infatti, aveva coordinato il comizio della campagna elettorale di Giorgia Meloni nelle ultime elezioni politiche con la chiusura a Piazza del Popolo. Una nuova veste di speaker vicino alla politica quella che ha scelto l’attore che a La Repubblica ha svelato il motivo che lo ha portato ad allontanarsi dal piccolo schermo.
Pino Insegno: la tv, la politica ed il feeling con Meloni
Non ha peli sulla lingua Pino Insegno e ora che è tornato a parlare si toglie anche qualche sassolino dalla scarpa. Dice chiaramente che ha fatto “una scelta di campo” e se lo criticano per la sua vicinanza alla destra e come speaker dei comizi di Fratelli d’Italia a lui poco importa. Ci tiene a precisare però che a breve tornerà in Rai ma questo non è merito di Giorgia Meloni e del suo partito.
Non si sente raccomandato sottolinea Insegno semmai, spiega “messo all’angolo quando c’era il Pd al governo”. Senza giri di parole il comico spiega come sia stato penalizzato, motivo per il quale è sparito dalla tv. Basta guardare, dice, chi ha “preso” le sue trasmissioni per avere una risposta chiara ed evidente. Tutto questo è successo non perché lui non sia bravo ricordando le circa 600 puntate fatte in tv e i 400 professionisti che ha doppiato, ma per via di altre logiche.
Ecco perché a lui non servono raccomandazioni nonostante il feeling con il centrodestra è evidente. Su Rocca, ad esempio, dice di conoscerlo da 25 anni e sa quale sia il suo valore sottolineando però di non avere i paraocchi. È proprio lui a dire che se in campo ci fosse stato Nicolini, di sinistra, avrebbe votato certamente per lui.