Prevista oggi, martedì 3 gennaio, la prima esecuzione dell’anno negli Stati Uniti: condannata a morte Amber McLaughlin, donna transgender di 49 anni.
È prevista oggi, martedì 3 gennaio, la prima esecuzione negli USA. A riportare la notizia, la CNN: Amber McLaughlin, 49 anni, sarà la prima donna apertamente transgender a essere giustiziata negli Stati Uniti.
La condanna risale al lontano 2003, quando il giudice della della contea di Saint-Louis, nello stato federato del Missouri, l’ha accusata dell’abuso sessuale e dell’omicidio di un’ex fidanzata. La sentenza è stata emessa in assenza dell’unanimità della giuria popolare al processo; decisione consentita solo in due stati: Missouri e Indiana.
Se eseguita, la condanna a morte McLaughlin sarebbe davvero insolita per il Paese. Negli Stati Uniti sono molto rare esecuzioni al femminile. A partire dal 1976, data del ripristino della pena capitale secondo il Death Penalty Information Center citato dalla CNN, si contano solo 17 donne condannate a morte.
Amber McLaughlin iniziò il suo percorso di transizione nel braccio della morte tre anni fa. La terapia ormonale – racconta Jessica Hicklin, anche lei transgender e amica della 49enne durante il periodo detentivo – è oggi una pratica riconosciuta e consentita presso il centro detentivo del Missouri. L’approvazione della transizione ormonale risale al 2018, data in cui Jessica Hicklin vinse la causa e divenne mentore di altri detenuti transgender, tra questi anche Amber McLaughlin.
Nonostante il numero contenuto di esecuzioni registrate nell’anno precedente, l’esecuzione a morte di Amber McLaughlin in programma riaccende nuovamente il dibattito sulla pena di morte negli Stati Uniti. Sono numerose le persone che hanno chiesto la grazia insieme ai legali della 49enne. La petizione online inviata al governatore repubblicano Mike Parson evidenzia il passato difficile di Amber McLaughlin: una storia travagliata da traumi infantili e disturbi psicologici.
Ciononostante, l’esecuzione andrà avanti ed è prevista questo martedì 2 gennaio: la conferma arriva dal comunicato ufficiale dell’ufficio del governatore repubblicano Mike Parson. “La famiglia e i cari della sua vittima meritano la pace“, si legge nella dichiarazione.
Il 2022 si è concluso con 18 condanne complessive nel Paese. Si tratta del numero di esecuzioni più basso registrato dal 1991, esclusi gli anni alterati dalle misure preventive dettate dalla pandemia e dalla conseguente emergenza sanitaria.
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