Abusi su minori e condivisione di file illeciti: tra gli indagati anche un catechista e un conducente di uno scuolabus.
In aumento la pedopornografia in tutta Italia. Gli ultimi arresti hanno come epicentro la Toscana. Lo riporta l‘Ansa: nella regione centrale si contano 5 arresti e 26 denunce per diffusione e condivisione illegale su internet di materiale relativo ad atti di abuso e sfruttamento sessuale di minori.
Secondo le fonte ufficiale della nota agenzia di stampa nazionale, tra gli arresti si contano anche un conducente di uno scuolabus e un catechista; anche loro sotto indagine nella vasta operazione condotta dalla Polizia di Stato locale per il download illecito di file multimediali a sfondo pedopornografico.
Secondo quanto precisa Rai News, tra gli accusati figurano anche individui colpevoli di molestie e abusi su figli o parenti di età compresa tra l’uno e gli otto anni.
Pedopornografia in Italia: denunce, arresti e perquisizioni in tutto il Paese
5 arresti e 26 denunce in Toscana per download, detenzione e condivisione di migliaia di file pedopornografici relativi a immagini e video con protagonisti bambini e bimbi, anche di tenera età. Tutte le vittime sono coinvolte in atti sessuali o di autoerotismo con adulti o minori di 18 anni.
La notizia trova conferma nei principali media nazionali. Stando a quanto precisano le fonti italiane, la maggior parte degli indagati ha sfruttato le potenzialità dei servizi di navigazione anonima per scaricare un’ingente quantità di video e immagini pedopornografiche su piattaforme di cloud storage estero.
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L’inchiesta è partita dal personale del Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica (Cosc della Polizia Postale per la “Toscana”), con la supervisione dei membri dei reati informatici della Procura presso il Tribunale di Firenze.
La vasta operazione condotta dalle squadre della Polizia di Stato di Firenze rientra nel cosiddetto Dictum, progetto supportato dalle squadre della Polizia Postale del Centro Nazionale per il Contrasto alla Pedopornografia Online avviate a partire dall’inchiesta del Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica del servizio di Polizia Postale per la Lombardia.
L’indagine ha coinvolto complessivamente 1.700 internauti italiani; 31 dei quali residenti in Toscana.