Una vita normale per Marita Comi, lontano dalle telecamere, ma sempre con la speranza che la sua lunga agonia legata all’ergastolo del marito Massimo Bossetti possa trovare una fine.
Marita ha sempre sostenuto il marito Massimo
“Lo avrei lasciato se fosse colpevole“, aveva confessato Marita Comi fin dal primo arresto del marito Massimo Bossetti quel lontano 16 giugno 2014, ritenuto diretto responsabile dell’omicidio della studentessa Yara Gambirasio. Il muratore di Mapello è stato considerato il responsabile unico e per questo il giudice di Cassazione lo ha condannato all’ergastolo in via definitiva presso il carcere di Bollate, Milano. La signora si è prodigata più volte, esponendosi anche in prima personae per sostenere la non colpevolezza del coniuge. Anche oggi che sono passati 9 anni da quel tragico finale nella loro storia d’amore iniziata nel 1999, anno delle nozze.
“Nove anni dopo sogna ancora una vita normale“, parla il fratello di Marita Comi
A parlare di come sta la signora Marita è il fratello Agostino Comi, il quale intervistato intervistato da Il Giorno, ha spiegato che la fiducia della sorella è ancora alta verso le istituzioni, e spera che presto venga riconosciuta la non colpevolezza del marito. “I figli sono cresciuti e seguono la loro strada. Dopo anni mia sorella vorrebbe tornare a una vita normale anche se normale non tornerà più e lei lo sa” ha rivelato.
Proprio con i tre figli di 16, 18 e 21 anni Marita vive ancora nella casa di Mapello che ha costruito con tanti sacrifici proprio assieme al marito. Oggi la 44enne lavora in una ditta di pulizie della zona, un tempo casalinga dopo l’incarcerazione di Massimo ha dovuto rimboccarsi le maniche e trovare il modo per portare avanti l’economia familiare, aiutata dagli amici più stretti ed i parenti prossimi.
Sempre Agostino, alla stampa, ha riferito che “Si cerca di tirare avanti. La vita continua ma quel fatto ha cambiato tutto”. Nonostante tutto quello che è successo alla sua famiglia, Marita ha sempre adottato un atteggiamento pacifico e riservato verso la stampa ed i giornali, per preservare anche l’integrità e la crescita dei suoi figli che non possono stare con il padre come molti loro coetanei.
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