Mancini racconta l’ultimo incontro con il suo amico Vialli. Da Bruno Vespa svela cosa si sono detti in ospedale a Londra
Roberto Mancini, il ct della Nazionale, e Gianluca Vialli avevano un rapporto speciale, unico. L’abbiamo capito, sentito, quasi toccato in questi giorni di lutto e di dolore, di ricordo e di rammarico per la sconfitta, anche se non in campo, più amara.
Per il commissario tecnico della Nazionale, l’ex calciatore non era solo un collaboratore fidato ed un compagno di squadra. Era un fratello, una persona con la quale bastava uno sguardo per intendersi senza dire parole, il consigliere ed il più fidato degli amici. “Abbiamo vissuto quasi tutta la nostra vita insieme, c’era un legame stretto, quello tra due fratelli. Luca per me era questo. Il nostro rapporto è stato di grande rispetto, affetto, amore, amicizia” ha detto in questi giorni Mancini. Proprio lui a “Porta a Porta” ha raccontato il loro ultimo incontro.
Mancini e l’ultimo incontro con Vialli: “Ecco come ci siamo lasciati”
Roberto Macini e Gianluca Vialli si sono visti per l’ultima volta prima della fine dell’anno. L’allenatore azzurro è andato a Londra a trovare l’amico e di fronte a Bruno Vespa che gli ha chiesto cosa si sono detti non ha nascosto di essere andato lì con un po’ di paura. Gli occhi sono colmi di lacrime che a forza cercano di non scendere, la voce rotta e l’emozione è palpabile.
Mancini però non si tira indietro: “Poi invece sono arrivato, lui si è svegliato, lui era allegro, abbiamo riso e scherzato e ha voluto sapere dello stage che abbiamo fatto”. Mancini racconta di un Vialli sereno, tranquillo e che lo ha tirato su di morale e non il contrario: “era lucidissimo” ha sottolineato.
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Come si sono lasciati? “Come ci siamo trovati, bene” ha detto Mancini con orgoglio e con la tristezza nel cuore. Poi l’ammissione più struggente: lui e Vialli, insieme, desideravano tanto vincere i Mondiali 2026. Ecco allora che di fronte a questi ricordi la sensazione di vuoto è immensa ma l’allenatore spera presto di trovare la pace. Il suo desiderio più grande, ora per l’amico scomparso? “Dedicargli presto una grande vittoria”.