Gianluca Vialli: in queste ore non si parla d’altro che delle immagini trasmesse nel Regno Unito. Tifosi ed ex colleghi sono senza parole
A distanza di poco meno di una settimana dalla morte di Gianluca Vialli l’affetto nei suoi confronti e la commozione per come sia terminata la sua storia sulla terra non si arrestano e questo dimostra che lui è riuscito nel suo intento: essere una persona migliore. Se l’era imposto come obiettivo all’indomani della scoperta del cancro.
Sui suoi funerali c’è il massimo riserbo. La famiglia è chiusa nell’assoluto silenzio e nella privacy, quella che da sempre circondava la vita dello sportivo. Rarissime sono, infatti, le foto con la moglie e le figlie, Olivia e Sofia, di 18 e 16 anni. Ecco perché alle esequie del campione azzurro ci saranno pochi intimi, familiari e qualche amico. Si terranno in forma privata a Londra come aveva richiesto Vialli: non in modo triste ma in maniera “allegra” per quanto possibile.
Gianluca Vialli, il video a bordo campo e le sue parole
Nel mentre però continuano le lacrime per Gianluca Vialli, in Italia, come in Inghilterra. In particolare c’è un video che ha scosso il Paese adottivo dell’ex calciatore, immagini che sono state proiettate nel pre partita all’Etihad Stadium per la sfida di FA Cup tra il Chelsea, la squadra di cui l’italiano è stato allenatore, ed il Manchester City.
Un vero omaggio allo sportivo che si è unito alla maglia numero 9, che fu di Vialli, che i giocatori hanno indossato nel corso degli allenamenti e al minuto di silenzio in campo. Il video che ha fatto il giro dell’Inghilterra però proiettato sui maxi schermi del campo ha avuto una risonanza così grande da impressionare in tanti.
Nelle parole pronunciate da Vialli quando era il ct della squadra inglese quasi una premonizione: “I will became Chelsea legend”, cioè “Diventerò una leggenda del Chelsea”. E così è stato davvero per il portabandiera Azzurro. Vialli una leggenda lo è diventato per il calcio europeo in generale, per la sua storia in campo come giocatore e fuori dal campo come preparatore e tecnico ma anche per il suo vissuto personale che in un certo qual modo è diventato un po’ quello di tutti. La sua battaglia, soprattutto negli ultimi tempi, è diventata amche quella di chi gli voleva bene e di chi lo ha sempre ammirato per le sue prodezze. Tutto questo però non è bastato a vincerla.