Il delitto di Garlasco è un caso di omicidio avvenuto ai danni della povera Chiara Poggi. Unico indagato fu il fidanzato, Alberto Stasi: è stato davvero lui a compiere il tremendo reato?
Garlasco: il delitto che ha scosso l’Italia intera
Garlasco è un piccolo comune di poco meno di 10mila anime in provincia di Pavia, in Lombardia. É il classico posto dove non succede mai nulla di sconvolgente e ci si conosce tutti. Purtroppo, il 13 agosto 2007, il paese è diventato improvvisamente noto nel Paese intero a causa di un efferato omicidio. Fu trovato, infatti, il corpo privo di vita della 26enne Chiara Poggi, (1981) nella villetta della sua famiglia. La ragazza fu colpita violentamente con un oggetto contundente mai identificato, si presume un martello.
A dare l’allarme fu il fidanzato della vittima: Alberto Stasi, 24 anni, incensurato, studente presso la facoltà di economia all’Università Bocconi di Milano. Le indagini si si concentrarono immediatamente su di lui, individuato come unico probabile esecutore del delitto.
Pro e contro la posizione di Alberto Stasi nel caso di omicidio di Chiara Poggi
Alberto Stati è sempre stato l’unico indagato per l’omicidio di Chiara Poggi. Nei processi di primo e secondo grado venne assolto per non aver commesso il fatto. Tuttavia, la decisione venne ribaltata dalla Corte di Cassazione che ha annullato la sentenza. Il Bocconiano venne ritenuto e condannato a scontare 24 anni di reclusione (pena poi ridotta a 16 anni con il rito abbreviato). La Corte d’appello di Milano confermò la condanna.
A favore della difesa vi erano alcuni fatti. La mattina in cui Chiara Poggi è stata assassinata, Alberto Stasi stava lavorando alla stesura della sua tesi di laurea; le perizie sul suo computer confermerebbero tale alibi. Le scarpe del giovane non avevano alcuna traccia di sangue su di esse. L’accusa sostiene che è plausibile che il ragazzo non abbia dovuto scoprire il corpo di Chiara, essendo stato lui l’artefice dell’omicidio; non sarebbe, quindi, entrato nuovamente nella villetta.
La difesa, dal canto suo, sostenne che Stasi camminò evitando le pozze di sangue, ormai secco a causa del tempo trascorso. Due testimoni, inoltre, dichiararono di aver visto davanti alla villetta dei Poggi una bicicletta nera da donna durante la mattina dell’omicidio. Stasi ne possedeva una da uomo di colore bordeaux. É altresì vero che a casa ne conservava un’altra nera da donna di marca “Luxury”, ma fu ritenuta non compatibile con la descrizione dei testimoni. Egli, tuttavia, non ne fece menzione.
I fatti che inchiodarono Alberto Stasi
La colpevolezza è stata dichiarata per diversi motivi.
- Chiara Poggi conosceva bene il suo omicida, lo ha fatto entrare spontaneamente a casa.
- L’alibi di Alberto Stasi non è ritenuto sufficiente. Vi sarebbe stata una finestra temporale abbastanza ampia da avergli consentito di compiere il delitto.
- Il racconto di come ha trovato il corpo e delle sue condizioni è inverosimile.
- Sui pedali della bicicletta di Alberto Stasi è stata rinvenuta una copiosa quantità di DNA di Chiara Poggi.
- É assodato che il criminale indossasse scarpe n. 42, lo stesso di Alberto Stasi.
- Sul dispenser del sapone liquido, usato dall’aggressore per lavarsi le mani dopo l’omicidio, è stata rinvenuta solo l’impronta dell’anulare destro di Alberto Stasi, l’ultimo ad aver maneggiato l’oggetto.