Maria Laura Mainetti è stata assassinata con violenza da tre giovanissime ragazze. La sua vita è stata un esempio di virtù, il suo sacrificio non è mai stato dimenticato
di Daniela Germanà
20 Dicembre 2022
Teresina Mainetti nacque Colico, in provincia di Lecco, il 20 agosto 1939. A pochi giorni di distanza dalla sua venuta al mondo, sua madre, Marcellina Gusmeroli, morì. La piccola era l’ultima di dieci figli. Venne accudita da una sorella maggiore, Romilda, e successivamente dalla seconda moglie del padre.
Una figura importantissima nella sua formazione fu suor Maria Amelia, amica della defunta madre, che si occupò di farle proseguire gli studi a Parma. In seguito Teresina terminò il proprio iter presso un Istituto magistrale a Roma. Durante una confessione un sacerdote le disse: “Devi fare qualcosa di bello per gli altri”. La ragazza seguì la raccomandazione alla lettera. Nel 1959 prese i voti presso la congregazione delle Figlie della Croce e cambiò il proprio nome in Maria Laura.
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Suor Maria Laura Mainetti era nota per essere sempre disponibile verso quanti avessero bisogno di aiuto e di amorevole cura. Aveva le mani sempre protese verso gli ultimi. Così veniva descritta dalle consorelle: “Era instancabile: sempre svelta e leggera, serena, come sospinta da una forza invisibile e invincibile. Sempre pronta ad accogliere, a rimboccarsi le maniche per servire, a scomodarsi per recare aiuto e conforto dov’era richiesto e dove scopriva una situazione di sofferenza, di povertà, di disagio di qualunque tipo”.
Approfittando di questo suo modo d’essere, venne uccisa la sera del 6 giugno 2000. I fatti: una ragazza 17enne telefonò al convento in Chiavenna dove si trovava la religiosa. Disse di essere rimasta incinta in seguito a uno stupro. Diede false generalità; si scoprì poi che si trattava di Ambra Gianasso. Ella, in realtà, attese Suor Maria Laura Mainetti in un luogo isolato insieme a due complici, anch’esse minorenni, Veronica Pietrobelli e Milena De Giambattista. Le tre ragazze la scelsero come vittima di un rito satanico. La colpirono con 19 coltellate (6 a testa più una – 666, il numero del diavolo). Mentre veniva uccisa suor Maria Laura chiese a Dio di perdonare le sue carnefici.
Nel 2005 l’ex vescovo della diocesi di Como, Alessandro Maggiolini, aprì il Processo Diocesano per la beatificazione di suor Maria Laura. Esso si è concluso nel 2008 con l’approvazione della Santa Sede. Nel 9 giugno 2020 papa Francesco ne ha riconosciuto lo status di martire della chiesa.
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