Il Caso Graneris fu una pagina di cronaca nera risalente alla metà degli anni ’70 che sconvolse il paese intero: una vera e propria strage di famiglia. Le circostanze ricordano le terribili vicende di Novi Ligure
di Daniela Germanà
7 Dicembre 2022
Uno dei delitti che ha sconvolto l’opinione pubblica negli ultimi 20 anni è quello avvenuto a Novi Ligure. La sedicenne Erika De Nardo (insieme al fidanzato Omar Favaro) uccise nel 2001 la propria madre, Susanna Cassini, e il fratellino Gianluca, di soli 11 anni. Il terribile crimine ne portò alla mente un altro, avvenuto negli anni ’70, che ebbe connotati molto simili ma con un numero maggiore di vittime.
Vercelli. 13 novembre 1975. Doretta Graneris (all’epoca 18enne) e il suo fidanzato, Guido Badini, con la complicità di una terza persona (l’amico Antonio D’Elia) compirono una vera e propria strage di famiglia. Tolsero atrocemente la vita ai genitori della ragazza, ai suoi nonni e al fratellino Paolo di 13 anni.
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Doretta Graneris era descritta come una giovane “educata, rispettosa, di sani principi religiosi”. Conobbe Guido Badini a una festa durante il capodanno 1973. Il ragazzo, rimasto orfano da poco, era esperto di armi da fuoco e tiro a segno. Profondamente immaturo, non era particolarmente gradito ai genitori della sua fidanzata. Sergio Graneris (45 anni) il capofamiglia, era un grande lavoratore. Aveva guidato il camion per anni fino a rilevare l’officina da gommista del suocero, portandola ad alti livelli di efficienza. Per questo motivo, consentiva ai propri cari di avere un buon tenore di vita, accogliendo gli anziani genitori della moglie nella propria dimora. Doretta era spesso in contrasto padre e madre, considerati di mentalità chiusa e respingenti riguardo la sua relazione con Badini. Tuttavia, i coniugi Graneris si rassegnarono alla volontà della figlia che decise di sposare presto il giovane fidanzato. Per loro acquistarono addirittura il mobilio per il futuro appartamento coniugale. Proposero, inoltre, a Guido Badini (disoccupato) di andare a lavorare nell’azienda di famiglia.
La sera del 13 novembre 1975 Doretta e Guido s’introdussero a casa Graneris in Via Caduti nei Lager al civico 9, a Vercelli, e spararono con una calibro 7.65 a tutti i membri della famiglia, cane incluso. Antonio D’Elia ricoprì il ruolo di “palo” e autista per la fuga. Si ritiene che il movente sia stata il desiderio di Doretta di mettere le mani sul patrimonio di famiglia in quanto erede.
I corpi furono rinvenuti da Maria Ogliano, 67 anni, madre di Sergio Graneris, allertata perché il figlio non si era recato a lavoro. I sospetti ricaddero immediatamente su Doretta. Non emerse mai con chiarezza chi fu l’autore materiale degli omicidi, se lei o Guido Badini, perché durante gli interrogatori non fecero altro che accusarsi a vicenda. D’Elia fu condannato a ventidue anni di carcere; la coppia di fidanzatini, invece, si beccò l’ergastolo. Tuttavia, Doretta nel 1992 ottenne la libertà condizionale. In carcere ha conseguito la laurea in architettura.
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