Il piccolo Josè Garramon non ha mai avuto giustizia: ora la mamma Maria Laura apre delle piste mai palesate prima
Francesca Bloise
21 Dicembre 2022
Ieri, 20 dicembre, è ricorso l’anniversario della morte di Josè Garramon, un bambino di 12 anni, di nazionalità uruguayana, figlio di un funzionario delle Nazioni Unite, scomparso da Roma e ritrovato morto nello stesso giorno, a venti chilometri da casa, nella pineta di Castel Fusano ad Ostia. Uno dei cold case rimasti irrisolti per la giustizia italiana e che a 39 anni dai fatti porta con sé ancora molti dubbi.
Marco Accetti, l’uomo che travolse e uccise il bimbo, alla guida di un furgone, non ha mai spiegato perché si trovasse in quel luogo. Si tratta proprio dell’uomo che nel 2013 si è autoaccusato di aver partecipato al sequestro di Emanuela Orlandi, altro giallo irrisolto. E proprio negli scorsi giorni, la mamma di José ha parlato aprendo, forse, una nuova pista di questo caso.
Josè Garramon: parla la mamma
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È “Chi l’ha visto?” che nella giornata di ieri ha voluto ricordare il piccolo Josè Garramon mandando “Un forte abbraccio alla mamma Maria Laura”. Un modo semplice ma potente di ricordare un fatto di cronaca rimasto irrisolto e di cui la trasmissiona a lungo si è occupata.
Il programma di Rai 3 ricorda la lettera che Maria Laura Bulanti in Garramon, scrisse al presidente del Consiglio nel 2016: “Mio figlio è stato vittima di un sequestro di persona e di un omicidio, ma il suo rapitore non è mai stato identificato. Per la giustizia italiana la morte di Josè Garramon è stata soltanto un incidente stradale” tuonava la donna che facendo il nome di Accetti precisa come secondo una “fonte fiduciaria” del Sisde, l’uomo avrebbe prima ucciso Josè e poi “simulato l’incidente stradale nella pineta”.
Oggi, invece, la donna va oltre e per la prima volta parla di una pista politica, legata al piano Condor nel loro Paese d’origine e dall’altra quella sessuale. “Hanno chiesto a questo Accetti di spaventarci ma, come prevedibile, dato che era un vero idiota e al tempo stesso depravato, invece di limitarsi a metterci paura la situazione gli è sfuggita di mano. E ha finito per uccidere il mio bambino” ha tuonato la donna al Corriere della Sera.
Senza peli sulla lingua e senza giri di parole per Maria Laura la P2 ha avuto un ruolo chiave nella storia legata alla morte del figlio, e alla sua famiglia che anche se si era trasferita in Italia negli anni ’80, teneva i contatti con il Paese d’origine: “Eravamo chiaramente di sinistra, contro i dittatori” ha sottolineato. Accetti, invece, era solo una pedina.