Il caso di Ermanno Lavorini fu un colpo al cuore per l’opinione pubblica italiana: il primo caso di rapimento di un bambino nel nostro paese. La probabile pista della pedolfilia sconvolse l’Italia
di Daniela Germanà
4 Dicembre 2022
Ci troviamo a Viareggio. É il 31 gennaio 1969. Un bambino di soli 12 anni, Ermanno Lavorini, esce di casa alle 14.30 e non farà più ritorno. Ermanno . La famiglia del ragazzino possiede un negozio nel centro della città toscana. I genitori ricevono una telefonata da parte dei rapitori il giorno stesso della sparizione: chiedono 15 milioni di lire come riscatto, all’epoca considerata una cifra considerevole. É il primo caso di rapimento di un bambino nel nostro paese.
Scattano immediatamente le ricerche ma, purtroppo, si interrompono il 9 marzo 1969 con il ritrovamento del cadavere del bambino, sepolto malamente nella spiaggia della pineta di Marina di Vecchiano. Siamo alla fine degli anni ’60, pregiudizio e ignoranza su determinati temi la fa da padrone. Omosessualità e pedolfilia vengono spesso correlati. É proprio questa la pista che si segue per l’omicidio del piccolo Ermanno: si pensa che il delitto sia a sfondo sessuale.
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I primi sospetti delle forze dell’ordine si concentrano su tre giovani, Marco Baldisseri, Andrea Benedetti e Rodolfo Della Latta. É certo che i due sappiano qualcosa ma continuano a cambiare incessantemente versione sui fatti fino a puntare il dito contro figure in vista di Viareggio che, in realtà, non avevano nulla a che fare. Una di queste, per esempio, era Adolfo Meciani (uomo facoltoso, sposato e padre di famiglia, era segretamente omosessuale) che viene accusato di pedofilia. Subì un linciaggio mediatico che lo ha portato al suicidio. Baldisseri, Benedetti e Della Latta sccusarono anche il sindaco di Viareggio, Berchielli, poi un altro esponente socialista, Martinotti, e Giuseppe Zacconi, figlio dell’attore Ermete Zacconi.
Marco Nozza, inviato speciale de “Il Giorno”, fu l’unico a sospettare che la pista della pedofilia fosse fasulla ma che ci fosse altro dietro la morte di Ermanno Lavorini. Grazie al giornalista, infatti, si iniziò a parlare del Fronte monarchico giovanile di Viareggio che raccoglieva giovani dai 14 ai 30 anni dell’Umi, l’Unione monarchica italiana, tra cui anche Marco Baldisseri, Andrea Benedetti e Rodolfo Della Latta. A quanto pare, il rapimento del bambino aveva come scopo il finanziamento dell’associazione eversiva e la pista di pedofilia fu usata come depistaggio.
Marco Baldisseri venne condattato a 19 anni di reclusione, Della Latta a 15. Pietrino Vangioni, guida del Fronte Monarchico Giovanile di Viareggio, fu assolto per insufficienza di prove. In appello, però, le cose cambiarono. Il 13 maggio 1977, la sentenza venne modificata in 11 anni di carcere a Della Latta, 9 a Vangioni e 8 anni a Baldisseri; la Corte di cassazione. confermò la situazione.
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