Emanuela Orlandi: dopo 40 anni si rilegge un documento scartato anni fa perché inattendibile. Lì, invece, c’è la verità
Francesca Bloise
16 Dicembre 2022
La vicenda di Emanuela Orlandi resta ancora oggi, a 40 anni dalla sua sparizione nel nulla, uno dei cold case più intricati della storia italiana. Tante le piste e le scartoffie contenute negli archivi della procura di Roma che nel 2015 ha archiviato il caso.
Ora però se ne torna a parlare prepotentemente. Da un lato c’è Alì Agca, l’attentatore di papa Wojtyla, che ha mandato una lettera al fratello Pietro parlando dei mandanti, dall’altra si torna a rileggere, con attenzione, un documento che molti anni fa era stato scartato perché inattendibile.
Oggi, invece, potrebbe essere risolutivo. Proprio questo testo tira in ballo un misterioso personaggio: “Aliz” considerato come il rapitore-assassino della 15enne residente nella città del Vaticano e anche i mandanti del crimine.
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Perché tutto questo accade ora e chi sarebbero questi mandanti? Dietro il rapimento di Emanuela Orlandi ci sarebbe la manda della Magliana. Un nome non nuovo nella vicenda della 15enne tirato in ballo diverse volte, anche se oggi la questione è diversa.
“Renatino” De Pedis ed i suoi sono stati indicati da due testimonianze, anche se molto tardive: Sabrina Minardi, ex amante del boss, e Marco Accetti, il fotografo che nel 2013 consegnò agli inquirenti un flauto appartenuto ad Emanuela e riconosciuto dalla famiglia Orlandi ed un memoriale. Entrambi diedero due versioni che erano state ritenute sovrapponibili ma non avvalorate da altri elementi. Ora, invece, rileggendo un vecchio documento le cose potrebbero cambiare.
Si tratta di un comunicato arrivato alla sede Ansa di Milano nell’ottobre del 1983 che non fu saputo interpretare. Per gli inquirenti si trattava solo di 33 righe che erano sconclusionate ma oggi tutto risulta molto chiaro. Il famoso “Aliz” citato nel comunicato è un anagramma non del tutto completo della parola “Lazio”, la squadra dell’ex marito della Minardi, amate di De Pedis.
Ecco allora che “Aliz” è solo un sinonimo di banda della Magliana in un messaggio che oggi risulta chiarissimo e pieno di rimandi ad una storia amara che dopo 40 anni è ancora irrisolta. Una cosa però è certamente più chiara: Emanuela come anche Mirella Gregori sono state rapite con la complicità dell’organizzazione più potente di Roma che è stata incaricata di fare il “lavoro sporco”. Sui mandanti? Ancora tutto rimane nell’ombra anche se secondo Alì Agca, invece, i nomi ci sono eccome.
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