Geolier è la stella del rap italiano. Vanta collaborazioni prestigiose. Il suo singolo “Chiagne” è nella top ten della classifica di Spotify durante la settimana di Natale. Qual è il significato della canzone
di Daniela Germanà
24 Dicembre 2022
Chi è Geolier
Nato a Napoli il 23 marzo 2000, Geolier è lo pseudonimo del giovanissimo artista Emanuele Palumbo. É il golden boy del momento del rap italiano. Ha debuttato nel 2018 con il singolo “P Secondigliano” e nel 2019 è uscito il suo primo album in studio intitolato con il suo nome anagrafico, “Emanuele” (16 tracce ufficiali più altre 6 bonus).
Nella sua carriera vanta collaborazioni prestigiose con colleghi del calibro diRocco Hunt, Mace, Jake La Furia, Sick Luke, Luchè, Emis Killa, Gué Pequeno, Lele Blade e MV Killa, Shablo, Sfera Ebbasta, CoCo, Gemitaiz, Anna Tatangelo, Roshelle e addirittura Gigi D’Alessio. Mancano pochi giorni al rilascio del suo secondo album, “Il coraggio dei bambini”, previsto per il 6 gennaio 2023. Dall’opera sono stati già estratti due singoli: “Money” e “Chiagne”.
“Chiagne” il signidicato della canzone del rapper
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Il singolo “Chiagne” di Geolier è stato pubblicato il 28 ottobre 2022 (featuring di Lazza e Takagi & Ketra). Durante la settimana di Natale si trova al quarto posto dei 50 singoli più ascoltati in Italia sulla celebre piattaforma Spotify. Il testo è dello stesso Geolier in collaborazione con Jacopo Lazzarini e Davide Petrella, mentre le musiche portano la firma di Alessandro Merli e Fabio Clemente.
Il titolo della canzone è chiaramente in dialetto napoletano, traducibile con il verbo “Piangi”. Il focus del brano è la fine di una storia d’amore e del dolore causato ai due amanti. La prima parte del pezzo è interamente in napoletano, la seconda in italiano. La malinconia imperversa in ogni verso. Dalle parole si evince che sia stata la partner del protagonista a rivolgere ad un altro le proprie attenzioni durante la relazione (“Sei tu che sbagli e dai tutta la colpa a me”). Quando la storia, però, volge al termine, paradossalmente è proprio lei a soffrire e a struggersi tra le lacrime.
Sembrava vivere un rapporto da film, ma proprio come un film è finito (“Je te nzieme pareva nu film ma è fernuta comme int”a nu film”). Tuttavia, si lascia la porta aperta alla speranza di un nuovo inizio (“E ora perché piangi?
Sai che non finirà così. Non è mai tardi, prima o poi tornerò da te”).