“Il cacciatore di anoressiche”. Morte di una giovane donna di 29 anni, torturata, seviziata, manipolata. La sua ribellione le è costata troppo cara. Avrebbe potuto salvarsi?
di Daniela Germanà
17 Dicembre 2022
Marco Mariolini è un antiquario di Pisogne con una perversione sessuale pericolosa. Riesce a provare attrazione solo per donne molto più che magre, ossute, scheletriche. É violento, fortemente manipolatore, fa in modo che le sue compagne perdano sempre più peso fino a rasentare i 30 kg di peso.
La prima vittima del suo fare criminale è la moglie Lucia, sposata in giovane età. Non la ama, la tradisce ripetutamente sempre con amanti estremamente filiformi. La riduce in uno stato pietoso. Quando Lucia rimane incinta per ben due volte (quindi, inevitabilmente, accumula chilogrammi) è da buttare via. Non la vuole più, non rientra nei suoi canoni estetici. Marco Mariolini si definisce un anoressilofilo. Successivamente inizia una relazione con un’altra donna, Monica Calò, una 29enne studentessa di Domodossola.
Marco Mariolini tortura la povera Monica Calò, la sevizia psicologicamente, le fa perdere più di 20 chilogrammi. Era prigioniera di una storia altamente tossica. I due si sono conosciuti tramite un annuncio pubblicato su un giornale dallo stesso Mariolini in cui cercava una donna magrissima. Il suo intento era portarla allo stremo con persuasione e controllo. Rispose proprio Monica, non spaventata inizialmente dai requisiti fisici richiesti. La donna si attacca morbosamente a lui, fino a prestargli addirittura decine di milioni di lire affinché Mariolini possa risanare i suoi debiti.
Inizia così la sua lenta e costante denutrizione. Le è consentito bere soltanto del té e fare piccolissimi spuntini. L’uomo le dà pugni in pancia per farle vomitare ciò che ha ingerito, la isola dai suoi affetti. Il crollo avviene una sera in cui i due sono fuori a cena, per così dire. Marco Mariolini costringe Monica a guardarlo mangiare mentre sono al ristorante. La donna è affamata e “osa” ordinare un piatto di gnocchi che divora dopo mesi di digiuno. Mariolini le molla un ceffone. Nessuno fa nulla. Giunti a casa, la costringe a rimanere nuda, al freddo, accanto al letto. Monica non ce la fa più e nella notte colpisce Mariolini con un martello. Egli se l’è cavata con un trauma cranico mentre Monica, autodenunciatasi, finisce agli arresti domiciliari a Domodossola.
La storia termina e Marco Mariolini decide di dar sfogo alle sue perversioni in un libro autobiografico dal titolo “Il cacciatore di anoressiche” in cui chiede aiuto psichiatrico. Solo e consapevole di aver perso Monica per sempre, le chiede un incontro per riconciliarsi. Lei ha paura; accetta ma sceglie un posto all’aperto, di giorno, con altre persone intorno, di fronte al lago Maggiore.
Questo non ha fermato la furia omicida di Marco Mariolini. Monica non sarebbe più tornata insieme e lui. Per questo motivo le sferra 22 coltellate e la uccide. Intervengono le forze dell’ordine. Mariolini tenta di fuggire invano. Dichiarato capace di intendere e volere, viene condannato a 30 anni di reclusione. Alla luce di quanto scritto ne “Il cacciatore di anoressiche”, Monica Calò avrebbe potuto essere salvata?
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