Il buono fruttifero postale è lo strumento sempre più utilizzato per creare un tesoretto per il futuro. Rappresenta un’idea gradita in vista della nascita di un bambino come dono prezioso. Come orientarsi nella scelta?
di Daniela Germanà
9 Dicembre 2022
Il buono fruttifero rappresenta un investimento finanziario che non passa mai di moda ed è sempre più apprezzato dalla clientela di Poste Italiane. L’emissione è ad appannaggio della Cassa Depositi e Prestiti S.p.A, e lo Stato italiano è garante diretto. Sono un’esclusiva di Poste Italiane che ne propone di diversi tipi. Ma come districarsi e individuare il migliore in base alle proprie esigenze?
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Il buono fruttifero postale ha dei connotati estremamente positivi. Innanzitutto, non ha costi di sottoscrizione o di rimborso del capitale, il quale può essere rimborsato in qualsiasi momento. Gli interessi, erò, prevedono diversi momenti di maturazione in base alla tipologia di buono che si sottoscrive.
I buoni possono essere cartacei o dematerializzati in tagli da 50 euro o multipli. Per la sottoscrizione è necessario recarsi in un ufficio postale portando con sè un valido documento di riconoscimento. I buoni fruttiferi cadono in prescrizione dieci anni dopo la scadenza. Che vuole dire? Trascorso questo tempo, non si possono più rimborsare.
Il buono 4×4 è quello che garantisce un maggiore rendimento annuo, se si vuole investire fino a 16 anni con un rendimento annuo lordo a scadenza del 3,00%. Si gode della possibilità del rimborso in qualsiasi momento entro il termine di prescrizione e, dopo 4, 8 e 12 anni. Anche il 3×4 è un’ottima alternativa se, invece, si vuole investire fino a 12 anni e con la facoltà di rimborso dopo 3, 6 e 9 anni, anche con il riconoscimento degli interessi maturati. Il rendimento annuo lordo a scadenza è però del 2,50%.
Il buono ordinario consente di investire fino a 20 anni senza rinunciare alla flessibilità del rimborso in qualsiasi momento ma con un rendimento annuo lordo a scadenza del 2,50%. Il Buono dedicato ai minori, sottoscritto di solito dai genitori o dai nonni per un nascituro, è quello con il rendimento annuo lordo con un tasso più alto, fino al 4,50%.
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