Nessun accordo tra sindacati e la dirigenza del gruppo ITX Italia che raccoglie marchi noti come Zara, Zara Home, Stradivarius, Pull & Bear, Oysho, Bershka e Massimo Dutti. I lavoratori sono pronti a scioperare
Un anno fa c’è stato un incontro tra i sindacati e il gruppo Itx Italia per la definizione di un nuovo contratto integrativo aziendale. Sotto esame le condizioni di lavoratori dipendenti di brand di chiara fama, sparsi su tutto il territorio nazionale, come Zara, Zara Home, Stradivarius, Pull & Bear, Oysho, Bershka e Massimo Dutti.
Lo scorso giovedì 17 novembre si è tenuto un nuovo confronto senza, però, giungere a nessun accordo. Tutte le proposte presentate dai sindacati un anno fa sarebbero state rigettate. A fronte di questo atteggiamento di totale chiusura e nell’impossibilità di trovare un compromesso, Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs hanno proclamato lo stato di agitazione.
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I sindacati hanno dichiarato l’intento a procedere con otto ore di sciopero a livello territoriale e regionale, più ulteriori otto che verranno presto definite a livello nazionale.
La proposta consisteva di non toccare le commissioni individuali e di aggiungere ricompense per tutti i lavoratori. Richiesto, ad esempio, l’aumento dei buoni pasto dagli attuali 5 euro a 8 euro.
Inoltre, i negozi del gruppo Itx Italia hanno raggiunto ottimi risultati, ottenuti grazie a tutti i lavoratori che faticano quotidianamente in tutti i punti vendita. Si è chiesto, dunque, welfare per tutti i dipendenti del Gruppo, senza attuare differenziazioni tra i vari brand.
I sindacati denunciano che non sussista alcun confronto o condivisione con la parte principale coinvolta, ossia i lavoratori. Si cercato di proporre soluzioni per ottenere all’interno del contratto integrativo una premialità. L’azienda, tuttavia, l’azienda, non ha accettato nessuna proposta avanzata.
É vero che durante il periodo di pandemia i lavoratori di Zara e gli altri negozi del gruppo Itx Italia hanno mantenuto il proprio posto. Nonostante ciò, l’organizzazione è risultata più pesante, non discussa con le organizzazioni sindacali.
L’azienda, inoltre, non ha voluto concedere forme di premialità o benefit economici come i bonus sino a 600 euro per affrontare il caro bollette del DL Aiuti-Bis. Ciò a causa del mancato rinnovo del contratto nazionale di lavoro di Federdistribuzione, scaduto nel 2019.
In una nota dei sindacati si legge: “Quest’azienda non ha mai contrattato con le organizzazioni sindacali alcuna premialità in oltre 20 anni di permanenza sul territorio italiano, non è più possibile andare avanti in questa modalità”.
In conclusione: “I lavoratori sono stanchi e amareggiati dalla mancata valorizzazione del proprio lavoro quotidiano e della propria professionalità”.
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