Il caso Egidi rappresenta uno dei più strazianti momenti di cronaca nera del nostro paese. Riguardò l’atroce omicidio di una bambina, la piccola Annarella Bracci. L’unico imputato venne rilasciato anche se…
La vita della piccola Annarella Bracci era già difficilissima a soli 13 anni. Aveva conosciuto il dolore, la fame, l’abbandono. Cresciuta nella periferia di Roma a Primavalle, si trovava ad affrontare una delle più degradanti situazioni di borgata di fine dopoguerra.
Il padre aveva abbandonato la famiglia, portandosi via i suoi fratellini più piccoli. La madre, invece, si prostituiva anche sotto gli occhi della figlia. Annarella non avrebbe accettato quel destino anche per sé; per questo motivo, in cambio di pochi soldi, faceva faccende domestiche e piccole commissioni per i vicini. Un giorno, il 18 febbraio 1950, uscì per comprare olio e carbone: non tornò mai più a casa.
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Omicidio di Annarella Bracci: chi era il suo presunto assassino, Lionello Egidi
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Che fine aveva fatto la piccola Annarella? Il caso della sua scomparsa suscitò clamore e sdegno. La polizia, infatti, sottovalutò l’accaduto e nessuno si mise a cercare immediatamente la bambina. Le ricerche iniziarono solo a sei giorni di distanza.
La notizia si duffuse in ritardo a macchia d’olio. Un barone, colpito dalla vicenda, mise in palio una ricompensa di 300mila lire per chiunque fosse riuscito a ritrovare la piccola.
Purtroppo, il suo cadavere venne rinvenuto solo il 3 marzo successivo dentro un pozzo profondo 13 metri, tra via Torrevecchia e l’attuale via Cogoleto. A fare la macabra scoperta fu il suo stesso nonno che dichiarò di essere stato condotto sul luogo dalla voce della nipote udita in un sogno. Era chiaro che vi fu un tentativo di stupro e che Annarella si fosse ribellata.
Fu seviziata atrocemente e gettata in agonia nel pozzo dove poi annegò.
Il caso fu pieno di dubbi. S’indagò immediatamente all’interno della famiglia Bracci, su questo improbabile ritrovamento da parte del nonno e sulla madre, Marta Fiocchi, che aveva ricevuto, appena tre giorni prima dell’omicidio, una testimonianza contraria da parte della figlia in seguito a una denuncia di adulterio da parte del marito.
Si pensava che l’autore del tremendo gesto fosse un tale Moroni, presunto amante della madre. L’uomo, però, aveva un alibi. Le indagini si spostarono, dunque, sulla figura di Lionello Egidi. Chi era costui? Un bracciante di umilissima estrazione sociale che viveva negli scantinati della famiglia Bracci. Egli aveva già ricevuto delle denunce di molestia da parte di ragazzine dell’età di Annarella.
L’uomo confessò l’omicidio. Tuttavia, la sua confessione non apparve veritiera poiché estora a suon di botte e torture da parte della polizia che voleva chiudere il caso. In primo grado venne assolto per insufficienza di prove. Durante la fase di appello, però, un’altra ragazzina denunciò di essere stata molestata da Egidi.
Venne condannato a 26 anni per l’omicidio di Annarella e a 3 per le molestie. Nonostante ciò, nek gennaio 1957 la Cassazione annullò la sentenza per l’omicidio perché i suoi legali dimostrarono che la sentenza fu influenzata dall’accusa di molestie della seconda bambina.
Tornò libero nel 1961 ma venne condannato ancora una volta per aver molestato un bambino. Ma chi uccise veramente Annarella? Fu davvero il losco Lionello Egidi o si trattò un complotto ordito dalla sua intera famiglia? É un caso che, probabilmente, sarà destinato a rimanere in sospeso.