Leonarda Cianciulli è stata una serial killer che ha ucciso tre donne nella prima metà del Novecento. É nota come “la saponificatrice di Correggio”
La protagonista della nostra storia si chiama Leonarda Cianciulli. Nacque in Irpinia nel 1892. Ultima di sei figli, nata dal secondo matrimonio di sua madre Serafina, la quale non ha mai nascosto di non averla desiderata. Le ha fatto pesare il suo disprezzo per tutta la vita. Purtroppo, quando Leonarda aveva 14 anni muore suo padre, l’unico che le dimostrava un minimo di affetto. Venne a mancare così anche il sostegno economico della famiglia. Alcune fonti sostengono che Serafine sfruttò la figlia, facendola prostituire.
Leonarda tentò più volte di suicidarsi tramite impiccaggione e mangiando dei cocci di vetro ma non vi riuscì. Passarono gli anni e la giovane arrivò in età da marito. Serafina voleva che la figlia sposasse un cugino ma Leonarda, finalmente, s’impose e nel 1917 sposò per amore Raffaele Pansardi. La madre la maledisse alla vigilia delle nozze e troncò con lei ogni rapporto. Questo “malocchio” si aggiunse alla profezia di una zingara che le disse che tutti i suoi figli sarebbero morti. E non sbagliò di molto. Dopo il terremoto in Irpinia del 1930, Leonarda e Raffaele si trasferirono a Correggio (Emilia Romagna) per ricostruirsi una vita e una nuova reputazione.
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La saponificatrice di Correggio: chi erano le vittime di Leonarda Cianciulli
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Le prime 13 gravidanze di Leonarda Cianciulli furono devastanti: tre aborti spontanei e dieci neonati morti nella culla. Tuttavia, riuscì ad avere quattro figli. Nel 1939 nacque Giuseppe, il figlio maggiore e il prediletto. Studiava lettere all’Università di Milano e lavorava come istitutore al Collegio Nazionale di Correggio. Prestò servizio militare. Poi nacquero Bernardo e Biagio e per ultima una femmina di nome Norma. Avrebbe fatto di tutto per proteggere la sua prole. Proprio tutto.
Leonarda era interessata alla lettura delle carte, alla chiromanzia e inizia a praticare l’attività di maga a Correggio, anche per racimolare qualche soldo in più per la famiglia. Ospitava diverse signore a casa sua che si affidavano a queste pratiche.
Siamo agli albori della II Guerra Mondiale; i giovani sono chiamati alle armi e Leonarda teme per la vita dei suoi figli. Impazzisce di dolore, non vuole che i suoi ragazzi muoiano. Deve fare assolutamente qualcosa e si convince che per evitare il peggio debba sacrificare altre persone. Una vita per una vita.
Uccise tre donne tra il 1939 e il 1940:Ermelinda Faustina Setti, Francesca Clementina Soavi eVirginia Cacioppo. Tutte sole, senza familiari troppo stretti e con cospicui risparmi in denaro.
Furono fatte fuori nella sua abitazione e distrusse i cadaveri tramite saponificazione. In seguito gettò i resti nel canale di Correggio. Ma non solo, fece qualcosa di tremendo. Si legge nel suo memoriale: “Quanto al sangue del catino, aspettai che si coagulasse, lo feci seccare al forno, lo macinai e lo mescolai con farina, zucchero, cioccolato, latte e uova, oltre a un poco di margarina, impastando il tutto. Feci una grande quantità di pasticcini croccanti e li servii alle signore che venivano in visita, ma ne mangiammo anche Giuseppe e io”.
Fece anche delle sapnette con i resti che diede in omaggio a vicine e conoscenti. Fu una signora di nome Albertina, cognata dell’ultima vittima, a insospettirsi dell’improvvisa sparizione di Virginia. Le tracce degli inquirenti condussero fino a Leonarda, la quale confessò i suoi tre omicidi.
Venne condannata a 30 anni di reclusione e a tre anni di manicomio giudiziario e riceveva inoltre le visite regolari dei figli. Morì il 15 ottobre del 1970 nel manicomio femminile di Pozzuoli, stroncata da apoplessia cerebrale.