Tra le manovre economiche promosse dal nuovo governo per il 2023 c’è quella di azzerare l’iva per prodotti come Iva pane, pasta e latte. La proposta non piace alle associazioni dei consumatori. Scopriamo il motivo
Che il 2022 sia stato uno degli anni più funesti per i risparmiatori italiani non è certo un mistero. Fin dalle prime settimane di gennaio sono subentrati rincari sulle bollette di luce e gas, inaspriti vertiginosamente dallo scoppio del conflitto tra Russia e Ucraina. La situazione internazionale ha avuto altre rovinose conseguenze economiche andando a intaccare i costi di altri beni indispensabili.
Tra le proposte al vaglio di ipotesi della maggioranza per sostenere le famiglia vi è quella di tagliare l’Iva su beni alimentari di prima necessità come pane, pasta e latte. La proposta non convince le assoziazioni dei consumatori. Come mai?
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Iva a zero su pane, pasta e latte: le famiglie andrebbero incontro a un effettivo risparmio?
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Portare a zero l’Iva su pane, pasta e latte avrebbe un costo per il governo abbastanza contenuto. Si parla di circa 500 milioni di euro per l’applicazione della manovra economica in un solo anno.
Il Ministro dell’economia Giancarlo Giorgetti ha precisato che si tratta di “mere ipotesi presentate nel corso della riunione di valutazione politica”. Considerando che l’inflazione si attesta a +11,8% secondo gli ultimi dati di ottobre, di certo non è una proposta da scartare. Tuttavia, l’idea di azzerare l’Iva su determinati prodotti non trova pieno accoglimento da parte delle associazioni dei consumatori.
Se si consultano i rilievi dell’Istat, le famiglie italiane spendono in media ogni anno 261,72 euro per il pane, 142,08 per il latte, tra fresco e conservato, e 140,40 per la pasta. Massimiliano Dona, presidente dell’ Unione Nazionale Consumatori, considera la proposta del nuovo governo un “finto risparmio”. Ha detto: “Sarebbe pari ad appena 10 euro e 7 cent per il pane, 5 euro e 40 cent per la pasta, 6 euro e 9 cent per il latte, per un totale di 21 euro e 56 cent in un anno”.
Troppo poco. Ipotesi scartata anche per Codacons che parla di “una misura mediatica che non produce reali vantaggi per i consumatori”. Idem per Assoutenti: “Un bluff del Governo, un provvedimento spot che non produrrà reali vantaggi economici per le famiglie”.