La drammatica storia è stata annunciata da Pink Armenia, l’organizzazione non governativa a difesa dei diritti della comunità LGBT+.
Un’altra giovane coppia uccisa dall’odio per l’alterità. Nonostante l’obiettivo primo del progresso, la nostra epoca e le sue contraddizioni interne fanno fatica a instradare i veri valori e diritti dell’umanità.
Ancora oggi pregiudizi e discriminazioni verso la differenza si concretizzano in avversione, disprezzo e brutalità verso l’altro nell’ambito sociale ed economico, con conseguenze devastanti per l’equilibrio della società stessa.
Il problema dell’odio è cronico, quotidiano e colpisce l’intera comunità internazionale: a testimoniarlo sono le tragedie che macchiano le pagine di media e quotidiani. L’ultimo dramma si è consumato in Armenia. Vittime dell’intolleranza generale e dell’omofobia del Paese sono Tigran e Arsen, due ragazzi innamorati.
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Giovane coppia uccisa dall’omofobia: il “lieto fine” di Tigran e Arsen
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La giovane coppia ha guardato al suicidio come unico “lieto fine“ alla loro storia d’amore, aspramente criticata ed ostacolata in un Paese omofobo come l’Armenia. Il dramma risale allo scorso 20 settembre. A riportare la notizia è Pink Armenia, l’organizzazione non governativa locale a difesa dei diritti della comunità LGBT+, citata dal Mattino.
L’acronimo LGBT è una sigla di origine anglosassone utilizzata per raggruppare al suo interno persone di orientamento omosessuale o con caratteristiche di identità di genere differenti rispetto a quelli standardizzati e condivisi dalla società.
Sensibile a critiche e pregiudizi, la giovane coppia ha deciso di eseguire il gesto estremo gettandosi dal ponte Davtashen, nella capitale Yerevan.
Prima del suicidio, Tigran e Arsen hanno voluto gridare al mondo il loro amore pubblicando una foto in cui fieri si donano un bacio di “lieto fine“, come riporta la didascalia che incornicia la loro immagine. Accanto, la conferma della loro decisione sulla pubblicazione dell’ultimo bacio e sui loro “prossimi passi”.
Un lieto fine tutt’altro che felice: il tragico epilogo di Tigran e Arsen testimonia il devastante effetto dell’odio verso l’equilibrio individuale e collettivo: in qualunque forma, l’intolleranza è causa primaria di abuso, violenza e morte.